Una svolta giudiziaria che segna un precedente importante per tutto il comparto della logistica in appalto. Il Tribunale di Milano ha revocato la misura dell’amministrazione giudiziaria (interdittiva) che pendeva su Amazon Italia Transport, la divisione del colosso di Seattle che gestisce la logistica delle consegne nel nostro Paese.
La chiusura di un capitolo giudiziario
La decisione arriva dopo un percorso di “bonifica” aziendale durato mesi. La Procura aveva acceso i riflettori su presunte irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro, in particolare riguardo all’utilizzo di cooperative e fornitori terzi (DSP – Delivery Service Partners) che, secondo l’accusa, avrebbero operato in condizioni di sfruttamento lavorativo e intermediazione illecita di manodopera (caporalato digitale).
La revoca dell’interdittiva è stata possibile grazie a due fattori determinanti:
- Il risarcimento: Amazon ha versato somme rilevanti per sanare le posizioni pregresse.
- Il nuovo modello organizzativo: L’azienda ha dimostrato di aver implementato protocolli di controllo molto più rigidi sui propri fornitori. Questo include la verifica della regolarità contributiva, il rispetto dei contratti nazionali e l’adozione di standard etici vincolanti per chiunque operi nella filiera.

Cosa cambia per la filiera?
Questa notizia non riguarda solo Amazon. Stabilisce un nuovo standard di compliance per l’intero settore della logistica conto terzi. Le aziende committenti sono chiamate, ora più che mai, a vigilare sulla catena di fornitura. Per i responsabili della logistica e gli imprenditori, il messaggio è chiaro: l’esternalizzazione (outsourcing) non esime dalle responsabilità. La tendenza normativa e giurisprudenziale spinge verso una “responsabilità solidale” sempre più marcata. Il “modello Amazon” post-inchiesta potrebbe diventare il benchmark: contratti trasparenti, controlli algoritmici non oppressivi ma garanti della legalità e internalizzazione dei processi core dove il rischio di deriva è troppo alto. Un cambio di passo che mira a coniugare l’efficienza frenetica dell’e-commerce con la tutela dei diritti dei lavoratori.
